
Il bisogno di ascolto dei giovani ignorato dalla politica
È ormai noto che, oltre i 5 milioni di vittime, la pandemia da Covid19 abbia lasciato dei segni sulla nostra salute mentale. A subirne maggiormente le conseguenze sono i giovani. Le restrizioni, il lockdown e la didattica a distanza hanno inferto un duro colpo all’equilibrio psicologico degli adolescenti. La seconda causa di morte tra i giovani è il suicidio e l’impatto della pandemia ha fatto degenerare un quadro già preoccupante. Questo indica il bisogno di ascolto che hanno i giovani e l’importanza dei servizi di bassa soglia.
Oltre ai casi di suicidio sono aumentate le richieste di aiuto di circa il 50%. Come dimostrano anche i dati dello sportello di aiuto Telefono Amico Italia. La maggior parte di richieste arriva da donne (il 51,2%) e da giovani tra i 19 e 25 anni (21,3%) e tra i 26 e i 35 (19,6%).
L’aumento del tasso di suicidio tra i giovani non è stata l’unica conseguenza della pandemia. Un altro effetto collaterale del Covid19 che è stato registrato è lo sviluppo del disturbo post traumatico da stress (PTSD) in questi soggetti. L’ansia e il profondo senso di incertezza che hanno dominato il periodo di massima allerta della pandemia hanno lasciato cicatrici profonde. Ad oggi la situazione non è migliorata, anzi, continuano gli effetti della pandemia. Gli accessi in pronto soccorso per disturbi mentali o tentati suicidi da parte di adolescenti e giovani adulti fino ai 25 anni è aumentato in modo esponenziale nell’ultimo anno. Così come gli accessi presso i servizi di salute mentale.
Nonostante l’aumento dei casi di depressione e ansia soprattutto dopo questi due anni di pandemia, il Parlamento ha bocciato il bonus psicologo. Ha cancellato così dalla legge di bilancio i 50 milioni di euro per aiutare chi non può permettersi una psicoterapia. Tra i tanti bonus che sono stati dati in questi anni – tra cui bonus monopattino o bonus terme – il bonus psicologo è uno tra i più importanti che si doveva inserire anche in quella legge di bilancio.
In Italia il disagio dei giovani secondo il rapporto dell’ottobre 2021 dell’Istituto Piepoli è aumentato del 36% nella fascia d’età tra i 18 e i 24 anni. Dato allarmante anche quello relativo ai pazienti minori di 18 anni, aumentato del 31%. In tutto ciò, la spesa sanitaria regionale per la salute mentale è solo il 3,5% del totale. Una netta disparità con gli altri paesi sviluppati ad alto reddito che contano molti più letti destinati alle cure psichiatriche e una spesa superiore del 10% alla nostra. Questo porta le persone a rivolgersi al privato, in Italia è la maggioranza degli psicologi che lavora nel privato. Solo il 5% lavora in strutture pubbliche. Il Parlamento ha confermato e rinnovato il bonus per le zanzariere ma lascia che i giovani soffrano e non si possano curare.
I servizi alternativi alla sanità pubblica che rispondono al bisogno di ascolto
Questo aumento vertiginoso di dati è molto preoccupante. Soprattutto perché i servizi di salute mentale non sono preparati a questo afflusso, sia da un punto di vista pratico che di capienza. Nonostante i vari allarmi lanciati da psichiatri, psicologi e dalle varie istituzioni di salute mentale e dati dell’OMS, lo Stato non ha fornito le risorse adatte a far fronte a questa emergenza. Come in molti casi succede, di fronte alla mancanza dello stato, si attiva la forza dal basso. Un sottosuolo di servizio di bassa soglia si è mobilitato per aiutare e supportare giovani e adulti in difficoltà.
Sono un esempio le molte associazioni di psicologi volontari che cercano di far fronte a questo bisogno. Come lo sportello TIAscolto nato a Torino e attivo in molte città, la Brigata Basaglia nata a Milano durante la pandemia. La StayAleeve Onlus, un’associazione di ragazzi e ragazze che lottano contro il suicidio giovanile; l’associazione Pensa A te di Torino di psicologi e psicoterapeuti che propongono uno spazio di ascolto per promuovere la salute mentale.
Anche molti centri sociali hanno istituito una micro clinica, come il centro sociale del Gabrio di Torino che ha creato uno sportello gratuito e anonimo per dare supporto psicologico ai giovani. Un altro esempio è l’associazione di psicologi Soleterre di Pavia attiva in tutta la regione Lombardia che aiuta a sostenere le spese della terapia a chi non può permettersela. Anche a Roma il circolo Arci Sparwasser ha aperto uno sportello Però parliamone che offre un servizio di consulenza a prezzi ribassati.
Sempre a Torino, l’Associazione La Tazza Blu ha dato vita ad un progetto “Teen-Aid”. Si tratta di un intervento psicoeducativo gratuito, che coinvolge le Asl To1 e To2 e privati per sostenere le scuole ad affrontare il suicidio. Inoltre, ha lanciato altri progetti rivolti agli adulti per la prevenzione del suicidio nei giovani, per rendere i genitori capaci a riconoscere i primi segnali.
Queste associazioni no-profit nascono dalla volontà dei singoli volontari e giovani operatori della salute mentale che vogliono sopperire alla mancanza di servizio e di accoglienza e di ascolto, soprattutto per i giovani e adolescenti che sono coloro che ne hanno più bisogno, oggi più che mai.